L’Unione Europea con il Regolamento 2081/92 ha istituito il riconoscimento D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta) Pomodorino del Piennolo del Vesuvio, con relativo marchio, per tutelare e promuovere la qualità di questo prestigioso prodotto legato alla tradizione e alla peculiarità del territorio Vesuviano.
Questo marchio infatti ottenuto oramai nel 2009 con autorizzazione SP01, contraddistingue la nostra azienda agricola, che cerca di portare avanti questo prodotto promuovendolo nei mercati nazionali con notevoli soddisfazioni. L’azienda ha ottenuto nel 2010 anche il marchio “Sapore di Campania”, Un marchio per la qualità e la tipicità nell'agroalimentare campano per valorizzare le risorse di tradizione e di cultura che esprimono i vari territori della regione.
Le aziende aderenti al Marchio sono seguite fin dalle prime fasi da 50 tecnici specializzati, sono valutate per la qualità del prodotto offerto e dei servizi forniti, controllate secondo un sistema di certificazione di processo, e sottoposte alla vigilanza della Regione Campania.
L’azienda adotta la “Difesa Integrata” pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell'uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti. Tra i principali, si ricordano:
• l'uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l'uomo e per gli insetti utili;
• la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
• fitofarmaci selettivi (che eliminano solo alcuni insetti);
• fitofarmaci che possono essere facilmente denaturati dall'azione biochimica del terreno e dall'aria;
• la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell'insetto sterile (SIT);
• la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo.
• la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni (lotta biologica);
• l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
• l’uso della rotazione colturale;
• particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.